E in Siria è di almeno un morto e cento feriti il bilancio dei nuovi scontri avvenuti a Daraa, nel sud della nazione, tra migliaia di manifestanti e forze di sicurezza. Gli agenti hanno aperto il fuoco e sparato lacrimogeni contro la folla, che per il terzo giorno consecutivo si era radunata nella città, dove venerdì scorso erano stati uccisi quattro manifestanti. La rabbia oggi è esplosa dopo l’arrivo di una delegazione governativa incaricata di portare le condoglianze del regime alle famiglie delle vittime. Il presidente siriano Bashar al Assad, infatti, ha presentato oggi le sue formali condoglianze “alle famiglie dei due martiri morti” nel sud della Siria venerdì scorso, dove secondo i cittadini di Daraa, teatro delle manifestazioni anti-regime, ci sarebbero stati fino ad oggi sei morti, uccisi dalle forze di sicurezza di Damasco. Nel corso degli incidenti, centinaia di manifestanti hanno incendiato il palazzo di Giustizia, la sede del partito Baath e altri edifici della cittadina. Anche alcuni veicoli sono stati dati alle fiamme. Come gesto di distensione, Damasco ha deciso la liberazione di 15 giovani, tutti sotto i 16 anni, il cui arresto aveva provocato l’esplodere delle proteste. I ragazzi erano stati fermati per aver scritto graffiti inneggianti alle rivolte tunisina ed egiziana sui muri della città.
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